Dott.ssa GIULIA CAUSA Psicologa e psicoterapeuta a Treviso
Dott.ssa GIULIA CAUSA Psicologa e psicoterapeuta a Treviso

Valiamo solo se non abbiamo più una vita?

Ultimamente in studio incontro sempre più spesso ragazzi e ragazze che mi dicono di sentirsi un fallimento. Sono parole che ogni volta mi fanno sussultare… quanto male deve sentirsi una persona che prova questo senso di fallimento? E cosa hanno fatto o non hanno fatto per sentirsi dei falliti? Andando a scavare emerge che non c’è nulla che abbiano cercato di fare e non ci siano riusciti. Il problema è che non si sentono mai abbastanza, dunque falliti. Hanno dei voti belli a scuola ma non basta perché non è il massimo. Vanno in palestra ed hanno un fisico atletico ma non è sufficiente perché non ci vanno tutti i giorni. Hanno tanti amici però non va comunque bene perché per uscire con gli amici devono togliere tempo ad altre attività. 

Leggevo qualche settimana fa che un istituto scolastico ha addirittura introdotto un sistema per cui ad ogni voto alto corrisponde una somma in denaro, “per incentivare gli studenti ad avere una media alta”. Che la scuola e lo studio siano importanti non si discute, ma passare il messaggio che vali solo se hai una media alta trovo sia altamente rischioso. Questo sistema aumenta ancora di più il gap tra i ragazzi e rischia di penalizzare la maggior parte di loro, favorendo solo una piccola parte delle classi. L’idea che questi ragazzi hanno è di essere perennemente dei mediocri ed il risultato è che si sentono inadeguati ed insoddisfatti perché i traguardi che raggiungono non sono comunque mai abbastanza, dunque nemmeno li assaporano. Viviamo in un mondo in cui dobbiamo sempre mostrarci impegnati, oberati, dove il relax ed il riposo sono visti di cattivo occhio. Se non sei stressato ed impegnato ad ogni ora del giorno e spesso della notte non vali. Ma perché? A che prezzo? La professoressa Silvia Bellezza, docente della Columbia Business School parla di “benestanchi”, ovvero della necessità di mostrarsi perennemente operosi per segnalare agli altri il proprio valore: si gareggia a chi si sobbarca il maggior numero di ore in ufficio,  fisico e digitale.  Esauriti e felici di essere esauriti. L’idea sottostante è che se ci mostriamo sempre oberati ed indaffarati in più cose in contemporanea ci sentiamo meglio. Il tempo libero, secondo questo studio, è stato sostituito in gran parte dal consumo ostentativo o posizionale: lavori tanto, sei sempre di corsa, non hai tempo per fare niente? Allora sei cool. Parte del lavoro è diventato proprio il farsi vedere rapiti dal lavoro. 
 

Questa tendenza, a mio avviso molto pericolosa, è in realtà un grande circolo vizioso. Più voglio fare cose senza tregua, più fisiologicamente non sarò in grado di reggere a lungo il ritmo e più probabilità avrò di sentirmi un fallimento. Ma se a fallire è un ideale malsano ed inarrivabile è giusto parlare di fallimento? 

I ragazzi che crescono in questo clima si sentiranno sempre inadeguati, guarderanno una serie Tv sul divano con il senso di colpa che stanno sprecando del tempo con il risultato che nemmeno si godranno quel tempo trascorso a riposare. 

Penso che noi adulti abbiamo il dovere di insegnare ai nostri figli l’importanza del lavoro, ma anche del riposo, del tempo trascorso a fare delle cose che ci piacciono, indipendentemente dal valore sociale di queste attività. Non dobbiamo sempre essere performanti, produttivi, impegnati. Va bene anche prendersi un pomeriggio di ozio sul divano e questo non farà di noi persone meno meritevoli. Abbiamo il diritto di essere stanchi, di non avere voglia di fare sempre qualcosa, di riposare. E non per questo siamo dei falliti. Non valiamo solo se abbiamo la media del 10, se siamo i migliori della palestra, se dormiamo 5 ore a notte perché facciamo mille cose. Questo non è un elogio alla mediocrità, ma un inno alla normalità.

 

foto di @legolize e @factanza

Stampa | Mappa del sito
© Giulia Causa psicologo Treviso psicoterapia Treviso Partita IVA: 04691700266 Ordine Psicologi Veneto 9057 ${diy_website_personperoperty_IT_TAX_ID}